WHITE SHADOW - UNDER THE MANGO TREE
TANZANIA - AFRICA
Benvenuti nello zoo di questo mondo così evoluto, dove migliaia di persone continuano a essere trattate peggio che animali, e tra queste in primis gli africani con albinismo, gli ultimi tra gli ultimi. A differenza di Ota Benga, il primo uomo a essere esposto nello zoo del Bronx di New York, nella casa delle scimmie, le sbarre delle gabbie dove gli albini africani sono rinchiusi, costretti a una vita all’ombra e a una morte prematura, sono i raggi del sole. Il Pregiudizio, la Superstizione e l’Ignoranza sono i nomi dei carcerieri. La pena da scontare è il pericolo di essere uccisi o venduti a pezzi, come bestie da macello. Le persone con albinismo, nella maggior parte dei paesi africani su cui svetta la Tanzania, sono prede nel vero senso della parola. La loro pelle è speciale, il loro corpo vale una fortuna, ed è proprio ciò la causa della loro sciagura. Immaginiamoci un nativo africano con i propri tipici tratti somatici, ma invece di avere la pelle nera è bianco come la talare di un Papa. Questo essere umano per la mancanza di melanina ha inoltre i capelli biondi, quasi bianchi, e gli occhi chiari. Costui (o costei) è condannato per questa diversità a essere considerato un individuo con poteri sovrannaturali, che possono essergli carpiti in vari modi. Così gli africani con albinismo lottano per sopravvivere già dalla nascita. Emarginati dalla società che non li considera africani, dal mercato del lavoro, dagli stessi familiari, sono vittime di omicidi rituali. La loro persecuzione è dovuta alla superstizione, alla credenza popolare che li vede dotati di poteri magici. In Africa l’albinismo è soprattutto una inabilità sociale. Alla barbarie umana si aggiungono i problemi derivanti dalla costante esposizione al sole, causa di ustioni, infezioni, cecità e, nella maggior parte dei casi, di tumori della pelle. Il sole infatti la ispessisce, altera i tratti somatici, gon ando le labbra e il viso. L’80% degli albini tanzaniani non supera i 30 anni. Il cancro della pelle è il silent killer. La loro speranza di vita è di 32 anni.
Viene fatto di chiedersi “se questo è un uomo”.
Cristiano Gentili
per Valeria Gradizzi